Raimonda Maraviglia (31 anni) giovane attrice, acting coach e cantante è una di quelle persone sempre attive che fa dello spazio vuoto qualcosa di virtuoso. Raimonda è napoletana e il suo percorso di vita è stato dinamico e pieno di colpi di scena portandola a diventare la figura poliedrica che è oggi.
Tutto è iniziato quasi per caso. Undici anni fa, in occasione dei festeggiamenti per i 50 anni di suo padre Massimo Maraviglia drammaturgo napoletano e fondatore della scuola Cantieri Stupore. Fu organizzata una festa con spettacolo e in quella occasione Raimonda si cimentò nella recitazione. “Furono due battute, un pezzo breve, ma dopo sentii qualcosa di forte dentro di me e compresi che avrei fatto teatro”.
Lasciata Biologia la strada del teatro si stendeva davanti a lei e da lì tutto iniziò.
Era allieva di Cantieri Stupore, di cui Massimo Maraviglia è direttore artistico. La scuola dal 2008 si occupa di formazione attoriale sia nella sede alla Domus Ars di Napoli che nelle istituzioni scolastiche pubbliche con il laboratorio permanente di drammaturgia tenuto dallo stesso direttore artistico e corsi di musicoterapia per il teatro tenuti da Caterina Leone (altro pilastro della scuola) e arti marziali per la scena.
Dal seme di Cantieri Stupore è nata una vera e propria rete che si è estesa sul territorio napoletano come i rami di un albero, uno di questi è stato il primo Liceo Classico a curvatura teatrale, Imbriani, fortemente voluto dallo stesso Maraviglia.
Questo è l’habitat in cui si è formata e cresciuta Raimonda che ha scoperto la passione per l’insegnamento proprio tra le mura della scuola e trovandosi a preparare un gruppo di sei allievi per i provini all’Accademia del Teatro Stabile di Napoli – Mercadante. Tutti passarono le selezioni. “Per prepararli organizzai una residenza in Abruzzo in una casa che ho lì e lavoravamo come matti. Non so se ho più lavorato in quel modo” ci racconta mentre si emoziona ancora. “Mi piaceva il fatto che ciascuno era diverso e attraverso loro potevo accendere parti diverse di me. Imparavo tanto. Quando entrarono fui contentissima e questa cosa mi segnò. Dopo un periodo di studi a Berlino in lingua e letteratura tedesca e un laboratorio di “contact” tornai a Napoli e decisi di proseguire la strada dell’insegnamento lavorando come tirocinante nella scuola dei miei genitori. In quel periodo compresi che il mio stare fuori aveva a che fare con l’acting coach. Mi piaceva capire come l’attore tirasse fuori certe cose in un dato momento. Mi piace capire come stimolare l’attore inventando esercizi, metodi e fare questo lavoro di ricerca con loro. Non mi considero al di sopra ma alla pari e anzi ritengo che molti siano anche più bravi di me”.
In questo racconto si vede l’amore puro, quello che dà senza pretesa di ricevere. L’insegnamento forse è un po’ questo e come ci dice Dante, una scintilla d’amore torna sempre indietro. Infatti gli ex compagni di quello che era all’epoca Asylum Anteatro Ai Vergini, fondato dalle associazioni Cantieri Stupore e Teen Theatre, che aiutò per la prima volta per i provini alla Scuola del Mercadante, hanno fondato una compagnia, Putéca Celidònia e hanno chiesto a Raimonda di lavorare come insegnante per i laboratori di cui si occupano. Sono partiti da un vicolo della Sanità con i laboratori per i bambini del quartiere ai laboratori a Nisida, passando per i corsi con gli immigrati all’ex canapificio di Caserta.
Raimonda ha messo su anche una propria compagnia teatrale con tre amici che segue la strada della ricerca e della drammaturgia di scena, la neonata compagnia Nzierto, e sta collaborando con Alessandro Paschitto, altro giovane talento napoletano, tra i vincitori del premio Leo De Berardinis.
Raimonda è un esempio di talento giovane del mondo del teatro che ha fatto rete condividendo il proprio bagaglio emotivo e culturale con altre persone come lei in una piazza complessa com’è quella napoletana e in un periodo storico difficile come quello che stiamo vivendo. Ma lei come tanti altri è il germoglio che può nascere dal cemento.