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Pow-wow Fashion Tech Week: La tecnologia va di moda

3 min di lettura

In occasione del primo evento italiano dedicato all’innovazione e alle tecnologie applicate al mondo del fashion, Pow-wow Fashion Tech Week (on line dal 18 al 20 maggio), che include un’importante opportunità:

“Digital Made. For Young Fashion Talents”, il contest rivolto a giovani creativi, stilisti, maker, abbiamo intervistato Alberto Leone.

Classe 1995, casertano di origine, milanese di adozione, ha ereditato termini quali “disciplina” e “competizione” grazie allo sport, praticando sin da piccolo la scherma anche a livello agonistico e portando a casa ottimi risultati anche a livello europeo.

Laureato in Economia e Finanza alla Bocconi, si appresta a concludere il percorso di studi con la laurea magistrale in Economia del Turismo in Bicocca.

Il giovanissimo Partnership Manager di PowWow ci ha svelato la sua visione di “moda digitale” e di come questa evoluzione, dal gaming agli Avatar, nel settore fa leva sui consumatori più giovani.

È quasi tutto pronto per l’attesissimo evento, cosa dobbiamo attenderci e soprattutto quali emozioni riuscirà a trasmetterci considerando che è virtuale?

Esatto, è quasi tutto pronto per la prima Fashion Tech Week italiana.

Si svolgerà tra il 18 e il 20 Maggio e saranno tre giorni ricchi di speech, workshop e networking. I temi principali dell’evento saranno il futuro della moda, il beauty e il life style e ci muoveremo attorno ad essi parlando di sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica e digitale.

Ci saranno tantissimi speakers interessanti e ospiti incredibili come Paul Cook dei Sex Pistols e il batterista dei Ramones, Mark Ramone.

Preparatevi, perché la particolarità di questo evento risiede nella sua forma: completamente nuova e del tutto futuristica. Ritrovarsi in un’arena virtuale con moltissimi personaggi validissimi, seppur rappresentati da avatar, sarà emotivamente travolgente ed entusiasmante. Sarà completamente diverso rispetto ad altri eventi online a cui siamo abituati.

Secondo il tuo punto di vista da “addetto ai lavori” e allo stesso tempo Millennials, quanto è cambiata la moda e cosa ci dobbiamo aspettare dall’interazione con la tecnologia?

La moda è cambiata notevolmente negli ultimi anni: essendo un’industria che vive parallelamente con noi e con la nostra cultura, non ha potuto far altro che scontrarsi ed adattarsi a quelli che sono i grandi cambiamenti della nostra società.

Il mondo dei social networks ha dato una mano in questo, diventandone un alleato determinante nell’evoluzione e rendendola perfettamente un modello del “tutto e subito”.

I brand fanno fatica a fidelizzare la propria clientela, i cui gusti cambiano in modo costante, prediligendo l’acquisto di prodotti eterogenei. Tutto ciò ha portato ad una grande frammentazione della produzione rendendola più veloce e rapida in modo da adattarsi ai nuovi bisogni dei consumatori-clienti.

L’insorgenza della pandemia che ha colpito drasticamente l’umanità, ha inoltre spinto tutte le aziende ad una digitalizzazione forzata, rendendo l’attività di vendita online e gli e-commerce imprescindibili per restare a galla. In futuro, sperando che i contatti umani fisici e reali torneranno al loro stato naturale (anche se sono pessimista e credo che per questo dovremmo ancora attendere), la presenza anche dei piccoli commercianti nel digitale sarà assolutamente una certezza.

Anche la realtà aumentata, l’Intelligenza Artificiale e la blockchain renderanno sicuramente più piacevole e sicuro l’acquisto online.

Oltre a ciò, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile promossi dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sono un’altra fonte di un importante cambiamento per l’industria della moda che è stata una delle più inquinanti degli ultimi anni. Se in futuro i grandi brand non riusciranno a tenersi al passo con le richieste più sostenibili ed ecologiche dei consumatori, rischieranno di uscire dal mercato ed anche qui entreranno in gioco le nuove tecnologie.

Anche in questi temi, ambientali e sociali, si inserisce nuovamente la blockchain. Come tecnologia utilizzata per garantire l’autenticità di un prodotto e la trasparenza del suo percorso nella filiera produttiva, sarà sicuramente utile per quei consumatori che vorranno acquistare solo capi costituiti da tessuti ecologici, sostenibili, garantendone la sicurezza nelle scelte.

Secondo una recente ricerca le nuove generazioni cercano coinvolgimento e più attenzione all’ambiente, ma considerano il negozio un punto di contatto imprescindibile.

Qual è il tuo punto di vista?

È vero che le nuove generazioni ripongono più attenzione nei confronti dell’ambiente, per questo penso che sia un tema a cui le grandi multinazionali della moda, i grandi brand ma anche i piccoli negozi dovranno dar conto per tenersi al passo.

Per quanto riguarda il negozio fisico, penso che sarà sempre un punto di contatto imprescindibile, poiché, indipendentemente dalle tecnologie in grado di riprodurre l’esperienza d’acquisto fisica, queste non supereranno mai la cura per il dettaglio e la precisione con cui il cliente viene trattato e consigliato in una situazione reale. Allo stesso tempo i negozi dovranno investire inevitabilmente anche nel digitale, perché se non si doteranno tutti di servizi di dropshipping o di e-commerce non penso che riusciranno a sopravvivere nel mercato.

Per dirla in breve, una perfetta combinazione e coesione delle due prospettive sarebbe l’idea più logica.

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