Codacons, Adoc ed Amesci hanno impugnato i termini della proroga del bando volontari che scade oggi. Una scelta dettata dallo squilibrio di trattamento di cui sono state vittima i 102 programmi d’intervento aggiunti al bando solo il 25 gennaio scorso.
Infatti il Decreto del Capo Dipartimento per le Politiche Giovanili ed il Servizio Civile Universale n. 46 del 2022, nell’estendere la possibilità di svolgere il servizio civile per ulteriori 8.481 posizioni, ha peccato circa la tempistica del provvedimento. La contestuale proroga dei termini del bando al 10 febbraio ha garantito a queste posizioni soli 16 giorni per farsi conoscere dai ragazzi, contro i 59 di chi è stato inserito nella pubblicazione avvenuta lo scorso 14 dicembre 2021. Tempistiche comunque bizzarre, se consideriamo che dal momento in cui viene pubblicato il bando gli enti impiegano alcuni giorni per poter avviare la promozione dello stesso e caricare le relative schede informative dei progetti sui propri siti internet e sul portale del Dipartimento, logorando così il tempo utile dello stesso. A ciò è da aggiungere anche la parentesi natalizia, nel cuore del bando, nella quale l’attenzione allo stesso è calata sensibilmente, riducendo i giorni effettivi a poco più di due settimane utili.
Una disparità di trattamento che era stata contestata dai tre enti già con la diffida trasmessa al Dipartimento lo scorso 4 febbraio, che intimava la revisione della tempistica del bando, criticando al tempo stesso la riduzione dei tempi per poter adempiere agli obblighi concorsuali consegnando le graduatorie entro il 31 marzo, pena il non avvio dei progetti.
Rispetto al bando pubblicato lo scorso 14 dicembre, i cui tempi per lo svolgimento della procedura selettiva erano posti a 40 giorni, con il Decreto dello scorso 25 gennaio ed i relativi slittamenti, la forbice temporale si è ampliata di soli 10 giorni, arrivando a 50 totali. Tempi ritenuti inammissibili anche da altri enti, che lamentano la celerità con cui dovrà avvenire la valutazione di migliaia di curricula, nonché la programmazione dei relativi colloqui.
Inoltre al centro dell’attenzione è anche l’esautoramento del ruolo della Consulta Nazionale di Servizio Civile, da sempre arbitro della concertazione tra il Dipartimento e gli enti di servizio civile sulle scelte strategiche.
Avanzato pertanto ricorso al TAR, chiaro è stato il suo responso.
La Sezione Quarta Bis del Tar, presieduta da Giampiero Lo Presti scrive: “Ritenuto di dovere disporre, in via interinale ed urgente, la sospensione degli atti gravati ai soli fini della rideterminazione del termine per la presentazione delle domande di partecipazione ai nuovi programmi oggetto di finanziamento in forza del Decreto del Capo Dpgscu pubblicato il 25 gennaio 2022 che appare eccessivamente, ed irragionevolmente, costretto a fronte del diverso termine invece assegnato per la presentazione delle domande relative ai programmi già originariamente ammessi a finanziamento, in termini e misura tali da consentire l’effettività della partecipazione (sebbene non necessariamente nei medesimi termini e misura originariamente previsti, in ragione delle concorrenti esigenze di sollecita definizione dei procedimenti)”. E continua: “Ritenuto di dovere inoltre, ed in correlazione con la determinazione di cui sopra, ordinare la riapertura anche del termine di cui all’ l’art.6, comma 7 del bando; accoglie la domanda di tutela cautelare monocratica proposta con il ricorso”.
L’udienza è stata fissata per il prossimo 8 marzo.