Si apre nella suggestiva location del Castello Arechi di Salerno il VI meeting nazionale dei giovani di Moby Dick!
A fare gli onori di casa è l’Assessore alle Politiche Sociali e Giovanili del Comune di Salerno, Paola De Roberto, che ha accolto i 110 giovani provenienti da tutta Italia raccontando loro il grande lavoro che l’Amministrazione porta avanti sulle Politiche Giovanili, grazie anche alle collaborazioni con l’Università di Salerno e con Moby Dick ETS. “Uno degli obietti che ci poniamo è rendere i giovani protagonisti della vita politica, generare cambiamenti vuol dire partecipare con tante iniziative che offriamo sul territorio di Salerno” – ha dichiarato la De Roberto.
La prima giornata, infatti, ha visto la chiusura dei progetti “Europa + Vicina” e “Europa Sempre + Vicina”, realizzati sul territorio salernitano, il primo, ed in varie regioni italiane, il secondo. Entusiasti i partner di progetto, Fondazione Carisal e OCPG dell’Università di Salerno che hanno partecipato e contribuito a realizzare questi importanti eventi di promozione dell’Unione Europea.
Appassionato l’intervento di Federica Celestini Campanari che torna al meeting da Commissaria Straordinaria dell’Agenzia Italiana per i Giovani, ente che ha il compito di promuovere le opportunità per i ragazzi anche attraverso il programma Erasmus+ e ESC.
“Andare a votare è un diritto ma soprattutto un dovere, la democrazia non è scontata. È fondamentale che voi l’Europa impariate a viverla. Essere cittadini europei è un grande privilegio, ed è importante lottare per mantenere questo status”.
Conclusioni affidate al Capo Dipartimento Politiche Giovanili e Servizio Civile Universale, Michele Sciocioli, che si è confrontato con i tanti ragazzi presenti che stanno svolgendo quest’anno il servizio civile ed ha anticipato che, insieme al Ministro dello Sport e della Gioventù, sono in cantiere nuovi programmi perché c’è un grande lavoro per svecchiare e rendere sempre più contemporaneo questo strumento che lo scorso anno ha compiuto 50 anni d’età.
“C’è da lavorare sui giovani in Italia perché per troppo tempo non sono stati nelle priorità dell’agenda politica. I ragazzi hanno voglia di essere coinvolti, sono un po’ timidi perché hanno perso la fiducia nei confronti delle istituzioni, ma bisogna andare a prenderli e renderli partecipi e dimostrando che al contrario le istituzioni ci sono”.