Nel giorno in cui il bando volontari in corso si arricchisce di 8.481 nuove posizioni, di cui 8.307 in Italia ed ulteriori 174 all’estero, il Dipartimento Servizio Civile Universale lancia una nuova sfida per il 2023; un bando unico, che raccoglierà le proposte previste ogni anno dal bando ordinario, unitamente alle due sperimentazioni del Servizio Civile digitale, che giunge alla sua seconda edizione, oltre al bando per il servizio civile ambientale. Iniziative strategiche, queste, che si inseriscono in un piano strutturale di crescita e miglioramento del nostro Paese, che nascono rispettivamente da specifici protocolli sottoscritti tra il Dipartimento Politiche Giovanili e Servizio Civile Universale e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale da un lato, il nuovo Ministero per la Transizione ecologica dall’altro.
Nel primo caso le posizioni previste per migliorare la digitalizzazione del nostro Paese passano dalle 1.000 dello scorso bando alle 2.400 attuali, mentre per il Servizio Civile ambientale si parla di 1.200 posizioni. Sicuramente numeri non elevati per dare il giusto risalto a delle scelte che dovrebbero segnare un impatto rilevante nello scenario attuale.
Scelte che rendono protagonista il Servizio Civile di una strategia accurata per mettere al centro i giovani nella ripresa post pandemica del nostro Paese.
Parte dei finanziamenti per i programmi di servizio civile che verranno realizzati nel 2023, in occasione dell’ANNO EUROEO DEI GIOVANI, provengono però proprio dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Di €311.581.036, circa €217.000.000 (come recita l’avviso pubblicato lo scorso 25 gennaio) provengono proprio da tali finanziamenti, il che pone un serio interrogativo sulla stabilità, nel lungo periodo, di tali scelte e di finanziamenti che possano continuare a mantenere il numero di opportunità sopra le 50.000 annue. D’altra parte i numeri del bando 2022, che, grazie ai fondi residui utilizzati per far partire ulteriori 8.000 volontari, arriverà a finanziare oltre 64.000 posizioni tra progetti in Italia e all’estero, rappresenta pur sempre un miraggio lontano dall’obiettivo posto dal Decreto Legislativo 40 del 2017.
Al termine, infatti, di un triennio positivo per i finanziamenti al Servizio Civile, c’è da interrogarsi su quale futuro si nasconde per il nostro istituto, e se non si riesca ogni anno a mantenere tali standard sempre attingendo da fonti e fondi che possono portare un po’ di respiro al Servizio Civile, ma che sono estranei al mondo della Difesa Non Armata e non rappresentano una reale scelta politica di lungo periodo.