La tavola rotonda conclusiva del V Meeting Nazionale dei Giovani è dedicata al futuro del terzo settore nell’ottica di un’applicazione proattiva e funzionale delle risorse del Pnrr, di cui l’Italia è il maggiore beneficiario in tutta Europa.
Protagonisti alcuni esponenti degli enti nazionali dei giovani: Serena Angioli, dirigente dell’Agenzia Nazionale Giovani che ha fatto degli incontri con Moby Dick un appuntamento annuale irrinunciabile; il presidente dell’Associazione Nazionale Giovani Innovatori, Gabriele Ferrieri, che nel 2021 è tra i 30 under 30 più influenti secondo Forbes Italia; il presidente Modavi Onlus Mario Pozzi; infine, il senatore Antonio Iannone, il segretario dell’Ufficio Presidenza del Senato.
In apertura alla tavola rotonda, Pozzi sottolinea la necessità di investire sui giovani, adesso che esiste un piano economico a loro dedicato: «In Italia investiamo miliardi in istruzione e formazione, ma se non diamo la possibilità di restare e fare impresa nel nostro Paese, sono fondi buttati», afferma.
Sono in particolare le parole di Angioli ad aprire scenari di riflessione profonda in merito all’impiego delle risorse del Pnrr: «Ho avuto la fortuna di far parte di un gruppo di lavoro nominato dal consiglio dei ministri, ma non basta perché il Pnrr abbia successo», dichiara. «Manca un meccanismo che sappia far emergere le realtà di successo che esistono in Italia. Non è corretto come strategia di sviluppo del paese l’aver messo una quantità di soldi infinit su politiche dichiaratamente fallimentari».
In particolare, Angioli porta alla luce i dati sui centri per l’impiego, che hanno una percentuale di riuscita intorno al 4 o 5 percentile. «Non si può continuare a puntare su qualcosa che comprovatamente non funziona», aggiunge inoltre.
Le competenze e l’investimento cosciente sono i temi che Ferrieri affronta nel talk: «Il tema dei giovani e dell’innovazione deve essere messo tra le priorità di un’agenda politica funzionante, non solo perché c’è un piano che prevede 50 miliardi di spesa per il digitale, ma perché l’Italia ha bisogno del supporto delle nuove generazioni», afferma.
Il grande ostacolo rilevato, però, è la bassa digitalizzazione in Italia rispetto al resto d’Europa. «La pandemia ha evidenziato il divario digitale delle pubbliche amministrazioni italiane, e si è cercato di porre rimedio ispirandosi a modelli esteri, ma ancora non basta», commenta.
Tra i giovani sembra dilagare una disillusione che porta a perdere fiducia nel futuro — di questo avviso è il senatore Iannone, che nel suo intervento preme sulla creazione di una consapevolezza, per i giovani, dei sacrifici necessari alla propria realizzazione.
«Appartengo ad una visione politica che crede che non c’è futuro senza coscienza di ciò che siamo stati. Io credo che le identità siano sempre una forza, ed è una forza che per noi italiani fa la differenza, quindi io spero che i giovani ripartano da questo presupposto,» dichiara.
Dalle parole di tutti gli ospiti emerge quindi una necessità urgente da parte degli enti del terzo settore — che nel Pnrr trovano riconoscimento esplicito — e delle istituzioni di mettersi in gioco al fianco dei giovani in qualità di guida e supporto, e non semplicemente come agenti terzi da cui attingere le risorse necessarie.
