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METAVERSO: quando il gioco si fa duro, i giovani iniziano a giocare!

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Come direbbe il filosofo Luciano Flodiri, quella della Gen Z è senza ombra di dubbio una vita “onlife”, ovvero un’esistenza connessa sia online che offline senza alcuna divisione. Non è un caso, infatti, che i nati tra l’inizio anni ’90 e il 2012 rappresentino la fascia di professionisti più appetibile per molte aziende e considerino le proprie esperienze digitali importanti quanto quelle fisiche in cui il metaverso, ovviamente, non è “una vita parallela” ma un’estensione di quella attuale. Infatti, il Web3 sta già cominciando a rivoluzionare gran parte degli aspetti della vita quotidiana e del business, trasformando di fatto le interazioni tra persone e aziende dove più le tecnologie diventano pervasive, e più diventa necessario investire in formazione per aiutare a comprendere e padroneggiare i nuovi strumenti. Per questo motivo, a farne da protagonista assoluto è il talento dei giovani che si conferma centrale per consolidare la trasformazione digitale.

Incorporare giovani talenti nelle aziende è una delle migliori scommesse che un’organizzazione possa fare, e questo Coderblock lo sa molto bene.

La blockchain company italiana vanta nel proprio entourage giovani under 30 dotati di competenze versatili: da quelle tecniche e informatiche specifiche a quelle inerenti il digital marketing e il 3D art.

 «Come ogni luogo popolato da utenti, anche il metaverso rappresenta uno spazio condiviso in cui i brand hanno l’opportunità di incontrare nuovi target. Una dimensione innovativa, avanzata e maggiormente immersiva, rispetto al web tradizionale. Investire in marketing, anche nel virtuale, significa mettere in campo una serie di strategie per incrementare la brand awareness ma anche dar vita a nuove occasioni di lead generation, attraverso delle logiche di gamification». Spiega la 29enne Sara Buscemi, Head of Marketing di Coderblock.

«Gli ambienti virtuali del metaverso forniranno ai marchi un nuovo modo di interagire con i clienti consentendo, non solo esperienze più coinvolgenti, ma anche la creazione di nuovi punti di contatto. Inoltre, l’aspetto del targeting potenziato si presenta fondamentale poiché, creando i propri avatar e impegnandosi in attività, gli utenti lasceranno dati preziosi sui propri interessi e comportamenti, permettendo così di ideare strategie di marketing personalizzate come format pubblicitari innovativi: minigiochi, demo di prodotti interattivi e molto altro». Le fa eco la ventiduenne Camila Zavala, Junior Marketing Specialist, nonché la prima dipendente americana della blockchain italiana che proprio lo scorso settembre ha inaugurato la Coderblock Corp, la nuova sede commerciale a Miami Beach, principale hub digitale degli Stati Uniti già eletta a prossima capitale mondiale della blockchain.

Il mondo prefigurato da Neal Stephenson in “Snow Crash”, icona della letteratura di fantascienza cyberpunk, apre opportunità lavorative creando anche nuove professionalità come quella del Web3 Developer, che si va ad aggiungere al novero dei tecnici che operano a livello di front end e di back end, nel cui profilo convergono tutte le competenze di base degli sviluppatori Web e la specializzazione su argomenti relativi alla blockchain e ai suoi diversi “standard”, come spiega Margherita Grasso, Front End and Blockchain Developer, di anni 26:

«Il metaverso si fonda su una tecnologia trasparente, open source ed altamente sicura che è la blockchain. Il mio ruolo consiste nell’ideare e dar vita alle strutture in grado di rendere gli asset digitali delle proprietà che l’utente può possedere: land, estate, NFT sono dei token interscambiabili che comunicano e vengono registrati sulla blockchain tramite dApp e Smart Contract. Questo assicura una tracciabilità che al meglio garantisce sicurezza e credibilità. In poche parole, utilizzo strategie e strumenti per trasformare Coderblock in un mondo Web3».

Non solo un metaverso attendibile ma anche interattivo e ludico:

«Il Web 3 fornisce una strada ulteriore anche per diffondere esperienze videoludiche. È possibile, infatti, costruire interi ecosistemi dove il game rappresenta il mezzo per cui ottenere risorse e/o conoscenze di ogni tipo. Le potenzialità sono quasi infinite e questo può portare solo che benefici alla nostra società. Parlando specificatamente di sviluppo, è chiaro che i benefici non sono disponibili solo per le medie e/o grandi aziende, ma anche per gli indie dev o le piccole realtà a cui vengono forniti ulteriori assi nella manica per portare avanti i propri prodotti. Il metaverso può essere considerato un’estensione di un social attuale capace di offrire un’esperienza, non solo visiva, ma anche immersiva». Interviene il collega ventinovenne Daniele Paolino, Software/Game Developer.

Il primo passo per poter entrare nel metaverso, però, è quello di creare un avatar: un momento cruciale per gli utenti, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche psicologico, perché si ha la possibilità di scegliere liberamente la propria identità digitale. Le regole cambiano nel mondo immersivo perché si ha ‘carta bianca’, nonché la libertà di scegliere chi e come si vuole essere e che tipo di personalità voler assumere. Ed è proprio qui che ricopre un ruolo importante la figura del 3D Character Artist,  responsabile della realizzazione di avatar e delle loro espressioni e dinamismi che ne caratterizzano i comportamenti e i gusti.

«Gli avatar nel mondo digitale sono spesso lo specchio di ciò che siamo o meglio di ciò che vorremmo essere. Sicuramente gli avatar non sono in grado di far trasparire ogni emozione e stato d’animo di una persona reale, tuttavia hanno delle gestures e un loro “carisma” grazie al lavoro di customizzazione che viene fatto. Questa attività, infatti, permette all’avatar di poter comunicare al meglio con gli altri utenti e dare “indizi” su quelli che possono essere gusti sull’abbigliamento e, perché no, anche sulla musica». Racconta il 3D Character Artis ventisettenne, Francesco Daniele Randazzo.

Spazio, quindi, anche ai giovani professionisti impegnati nello sviluppo e disegno di spazi digitali che derivano spesso dal mondo dei videogiochi e che di fatto stanno cambiando il settore della progettazione grafica.

«Sicuramente il mondo del Web Design ha subito un’evoluzione: da un approccio Web2, fatto di HTML e grafiche statiche, è passato a landing decisamente dinamiche capaci di creare interazioni con l’utente così da fargli vivere un’esperienza immersiva su diversi livelli. Non solo, grazie all’evoluzione della progettazione grafica, anche i diversi fruitori possono al meglio interagire tra loro esprimendosi attraverso spazi espositivi, come stand e roll-up, per presentare il proprio brand». Spiega Marta Randazzo, Web Designer di Coderblock che di anni ne ha ventitré.

 «Esattamente come accade per gli artisti che lavorano nel settore artigianale, è necessario avere competenze sugli strumenti e i mezzi che permettono di raggiungere l’obiettivo del proprio immaginario. Come uno scultore deve saper usare le sgorbie da intaglio per plasmare l’argilla, un 3D artist deve conoscere i tools messi disposizione dai software». Incalza il ventinovenne Riccardo Magnesia, Lead 3D Artist.

«Il metaverso, senza ombra di dubbio, deve essere una riproduzione della realtà ma con un pizzico di creatività e follia. È tutto lì il bello. Quando lavoro a un progetto utilizzo sempre tantissime references, perché è importante avere un’idea delle proporzioni, delle forme e dei volumi reali di quello che si va a ideare e, successivamente, renderli speciali attraverso un pizzico di creatività e immaginazione». Conclude Chiara Mazzarese, 27 anni, 3D Artist.

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